Autore: Rita

IL POTERE DELL’OSSIGENO

Quando si prova per la prima volta il respiro connesso e consapevole, a bocca aperta, lo stupore è il primo sentimento che affiora.  Questa disciplina immette nel corpo una quantità più elevata di ossigeno, senza variare il rapporto con l’anidride carbonica, cioè rimanendo sempre in controllo, senza andare in iperventilazione. Lo stupore nasce perché anche dopo pochi minuti di respirazione connessa la mente si zittisce, il corpo si rilassa e le emozioni si placano, l’intero sistema entra in uno stato di presente silenzio. Questo stato dell’essere permette un rapporto con sé stessi più equilibrato e soprattutto più consapevole. In genere si respira al trenta per cento delle effettive possibilità polmonari. L’ossigeno è l’elemento che ogni umano possiede per poter vivere, dopo pochi minuti di mancanza non si sopravvive, ma non si conoscono gli effetti benefici sul corpo mente ed emozioni umane quando si respira in modo ampio. Non si mette in connessione l’ossigeno con il benessere psico fisico per mancanza di conoscenza, in occidente non esiste una solida cultura al riguardo, Ci si rende conto della sua importanza quando subentrano problemi respiratori. Se si immette nel corpo più ossigeno tutto ciò che limita e che non appartiene alla persona affiora nella modalità respiratoria. Ci sono respiri così ristretti che non si vedono, altri hanno una sorta di corazza che blocca il torace impedendo il naturale ampliamento dei polmoni, pance...

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RIFUGI

Al momento della nascita si crea una traccia nella coscienza. La sofferenza dei bisogni, come il nutrimento, l’essere lavato, l’essere accudito, avviene attraverso il piacere della soddisfazione di questi bisogni primari. Percezione che dura nel tempo. Quindi si radica, inconsapevolmente, un collegamento: fine della sofferenza con il piacere. Quando questa illusoria consapevolezza si affaccia quando i bisogni primari sono risolti, si possono creare rifugi, per rimuovere la sofferenza insita nell’esistenza umana, modalità semplici e immediate, che quindi si usano. Il piacere è la panacea.  Quali sono i rifugi? Fumo, alcool, televisione, droghe, sesso, denaro, successo, aspetto esteriore e quant’altro. Richiedono un loro uso sempre più ripetuto. Mezzi che non rimuovo la sofferenza, che confondono la mente, che creano senso di vuoto, che non portano verso un vivere in uno stato perlomeno di quiete interiore. Si mette la sofferenza sotto il tappeto, ma lei riappare. Si tratta di ignoranza estesa, mai messa in discussione. Ignoranza nel senso che si ignora la realtà della vita, il senso della vita, che implica un impegno di tipo diverso. I rifugi sono modi illusori che impediscono la conoscenza dei nostri preziosi mezzi: intuito, intento, uso corretto della mente e tanto altro. Tutto per evitare la ricerca più importante dell’esistenza, scoprire chi si è...

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I BAMBINI – PARTE DUE

Sempre da una lezione sulla poesia di Chandra Livia Candiani con bambini delle elementari. L’argomento è “Quello che resta” Monica, dieci anni, filippina. “(….) Abbiamo passato momenti duri ma poi è uscito il sole a darci felicità. Noi siamo colline e, piano piano, ci abbassiamo. Maestra il verbo restare non è all’infinito!”   Un bimbo albanese di dieci anni “A qualcosa ho detto addio ad altre buongiorno ma nel profondo di me sono triste. Sento qualcosa di ruvido e duro. Qualcosa che si sbriciola subito e si trasforma in polvere. Qualcosa pesante con buchi e che mi taglia. In noi non c’è più la paura di essere poveri ma di essere spaventati dalla...

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I BAMBINI

I bambini Chandra Livia Candiani nelle scuole elementari, nei suoi seminari di poesia, ha fatto lavorare i bimbi su alcuni argomenti, tra cui “il silenzio” (*).   Ecco cosa scrive una bimba di nove anni filippina. “Io voglio sempre silenzio come un’ombra ferma. io sono come una conchiglia silenziosa. la conchiglia è come una clessidra che fa cadere sulla sabbia il mio piccolo autoritratto,”   Un’altra bimba di dieci anni “Il silenzio è un vento che passa attraverso noi, una soffice e tenera aria, il silenzio è caldo, come una coperta morbida, come un liscio e leggero foglio che delicatamente diventa il nostro piccolo silenzio.”   Un bimbo egiziano di dieci anni “Il silenzio è l’allegria rastrellata del nostro corpo”   (*) Chandra Livia Candiani “Il silenzio è cosa viva – L’arte della meditazione” Giulio Einaudi...

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INTERDIPENDENZA

In un momento in cui fra gli umani sta prendendo sempre più forma una divisione fra popoli e nazioni, nutrendo l’odio, sento la spinta a passarvi un frammento di una conversazione del Buddha, con un suo discepolo di nome Ananda (°), sull’interdipendenza, che permea la vita di tutti gli esseri viventi. É stata dimenticata, creando un visibile e profondo disagio nella convivenza umana. Questo spaccato può fare rimembrare chi siamo e dove ci troviamo. “Il Buddha sorrise: Ananda non farti ingannare dalle parole. Essendo i fenomeni privi di un sé, la loro esistenza non è quella della percezione ordinaria ….. ……. Ananda: Vedo l’aria, senza la quale il fuoco non sarebbe divampato e il vasaio non avrebbe respirato. Vedo il vasaio e l’abilità delle sue mani. Vedo la sua coscienza. Vedo il fuoco e la legna che lo ha alimentato. Vedo gli alberi che hanno fornito la legna. Vedo la pioggia, il sole, e la terra che hanno fatto crescere gli alberi. Signore, vedo migliaia di elementi interconnessi che hanno concorso alla realizzazione di questa ciotola.” Se considerassimo questa visione nella nostra quotidianità forse la dinamica fra umani sarebbe diversa. Con una consapevolezza più ampia e realistica molti invasivi ego si sgonfierebbero, dando forma a una nuova convivenza, che farebbe vivere ciò che ci circonda e gli altri esseri viventi come co-creatori della nostra esistenza, in pace. (°) Thich...

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