Autore: Rita

È TEMPO DI PARLARE D’AMORE – SECONDA PARTE

Dal mio articolo precedente: “Con la pace si vive in armonia”. Pace in questa accezione ha diverse sfaccettature, facenti parte del concetto di amorevolezza. Pace nel senso che bisogna pacificare sé stessi, nel senso di amarsi, non nel senso egoico, cioè di sentirsi perfetti e il centro dell’universo, ma di conoscersi e di accettare i propri punti forti, le proprie fragilità, i propri talenti, la parte che si considera ombra, cercando di migliorarsi, per sé stessi e anche per gli altri. La fisica quantistica sta dimostrando che l’apporto di ognuno crea la qualità della convivenza. Quindi niente paura. Responsabilità di ognuno è interrompere una lotta interiore o la spinta a prevalere o a soggiogare gli altri, perché poi il tutto si riflette all’esterno. Pace nel senso che non ci dovrebbero essere guerre, creano distruzione negli edifici, nel corpo e nell’animo. Rompono equilibri difficili da ricostruire. La parte più colpita è la fascia debole della popolazione. La mancanza di consapevolezza del sé e dei propri pensieri parole e azioni non cambiano la dinamica che resta medioevale, con mezzi diversi. In realtà non ci si confronta, non si media, non ci si viene incontro; la legge è quella della spada sebbene si usino i droni. Pace nel senso di accettare che si è qui sulla terra di passaggio, in affitto, avendo l’opportunità meravigliosa di convivere con sé stessi e con gli...

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E’ TEMPO DI PARLARE D’AMORE

In questi tempi alquanto tormentati si sta dando troppa enfasi alla paura, al timore. Questo atteggiamento dà sempre più adito a chi vuole mettere le persone in questo spazio ristretto. Cosa fare? Ogni situazione umana può essere vissuta con una chiusura oppure un’opportunità per diventare migliori, dando spazio all’amore e alla compassione verso sé stessi e a chi sta intorno. Questa la scelta migliore per gli esseri umani. Se si accettano i “graffi” della vita, si trova la soluzione perfetta per ogni individuo. Se non si accettano, si resta in una prigione a cielo aperto, nell’illusione di vivere, in realtà si fanno delle cose; posizione strutturalmente diversa. Con la consapevolezza si osserva che si vive in una realtà perfettibile, dipende dall’individuo, la cui forza più potente rispetto alla paura è l’amore. L’amore fa spazio e amplia la visione rispetto alle varie possibilità di esperienze da scegliere. L’amore fa vivere in pace perché la vera natura dell’essere umano, dalla nascita, è l’amorevolezza. Il rispetto verso la natura umana permette una convivenza in equilibrio e in pace. Con la pace si vive in armonia. Impegnarsi in questo senso, senza remore, significa trasformare la cultura della paura e della lamentela, in un’apertura ricca di possibilità nuove. Il tutto nasce dal cuore, per poi passare alla mente per la parte realizzativa, ma la forza appartiene al cuore. Un esempio realizzato: Adriano Olivetti, che...

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DAL MIO NUOVO ROMANZO “HOME COOKING – QUESTIONI DI CUORE, AMICIZIE E…CUCINA”

Dalle prime pagine del romanzo: “……. I toni si stanno scaldando Sabrina taglia corto “Adesso non è il momento, stanno per arrivare gli ospiti” Riccardo la guarda tranquillo e determinato. “Va bene, Sabrina. Fammi sapere quando può essere un buon momento per te. Adesso vado a casa, ci vediamo quando sei disponibile a parlare di noi. Buon lavoro.” Ciò detto prende il giubbotto esce sbattendo la porta. …………. Ora, davanti al temuto senale forte, avverte un disagio insopprimibile. È la persona che la conosce meglio, tuttavia, lei sa bene che c’è una parte di sé che tiene nascosta agli altri, perfino a sé stessa Una parte immersa nel terrore della fragilità dei rapporti, dell’abbandono, del tradimento. Parole che per troppo tempo si è rifiutata di pronunciare. Si rigira nel letto, pensa a quanto sottile possa essere la superficie del reale, basta un alito di vento per scalfirla, per mostrare, sotto il velo, l’abisso della bugia e del dolore.” ………… Quando dalla vetrata vede farsi largo l’aurora torna in terrazzo. La visuale è più affascinante, la città dorme ancora, mentre la prima luce mattutina ne illumina i palazzi, allungando il suo rosa intenso sulle acque del lago. Rapita da quella straordinaria scenografia, si avvolge una coperta addosso, si siede incrociando le braccia per trattenere il caldo nel corpo. Il tempo aggiusterà tutto, pensa, in fin dei conti, è sempre l’alleato...

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ESISTERE E VIVERE

Due modi di stare nel mondo alquanto diversi, per intensità e senso. L’esistenza è stata donata dall’incontro di sperma e ovulo dei genitori, da quel momento è cominciata a svilupparsi l’esistenza. Il vivere prevede un reale contatto con il proprio sé, vocina flebile che può mostrare, a chi pone attenzione, il personale cammino, costruito sotto la propria responsabilità. L’esistenza è caratterizzata dall’inanellare azioni, magari di appartenenza “al gruppo”, forse predigerite da qualcun altro. Impantanando la personale fiamma che spinge nel mondo, diversa per ognuno, la vera personale pepita d’oro. Il vivere prevede scommesse con sé stessi, percorrere strade che si sentono, a prescindere dalla comprensione altrui, perché quel cammino porta a chi si è veramente. Si accettano rischi e anche apparenti cadute o fallimenti, che indirizzano sempre più alla meta. Ci si può sentire sguarniti, ma decisi a continuare, sebbene la posizione sia scomoda e incerta. Ci si inoltra in territori personali non conosciuti, per farne tesoro. In questi frangenti la paura può sorgere, per timore di sé stessi. L’esistenza è costruita su una certa routine che nasconde incertezze personali, che fanno sentire al sicuro o protetti, comunque si ha un proprio ruolo. Il vivere implica stropicciamenti, sentieri in salita e di bellezza straordinaria che trasformano, incontrando persone nuove, imparando a scegliere, senza farsi portare alla cieca. Il vivere mantiene viva la fiamma della gioia. Se il risultato previsto...

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Anatomia di un trasloco

Il traslocare è stata un’esperienza vissuta da una prospettiva nuova. Non è stato semplice, ma fonte di considerazioni non colte nei passaggi precedenti. Visto il blocco iniziale mi sono detta  ”sto spostando oggetti”, sebbene la percezione interiore fosse di smontare la mia vita. Osservando da fuori, per quanto possibile, ho visto la forza di abitudini quotidiane radicate. Ricentrandomi, posizione da non perdere, si è ammorbidita la connessione fra il sé e gli oggetti. Spostando oggetti si perdono illusori punti di riferimento, ovvero ubicazione di cose. Il solo cambiare il loro ordine, ponendo attenzione sul tipo di rapporto instaurato con esse, si puliscono dinamiche mentali ripetitive. Ci si circonda di troppi oggetti che non servono, anche in senso energetico; si è ben altro, eppure c’è difficoltà a lasciare andare oggetti (ma si fa), sebbene siano zavorra. In questo cambiamento anche il corpo è coinvolto, dopo la fatica dell’iniziare, manda segnali di alleggerimento, grazie alla maggiore consapevolezza liberatoria, gli si dona maggiore spazio. L’umano è energia pura, contenuta in un corpo, meno lo si carica, più si riesce a esprimerla, portando anche maggiore salute fisica. Penso che in ultima analisi sia questo il nocciolo della questione: attaccamento al troppo che ci circonda, dimenticando chi si è in realtà. Un buon viatico potrebbe essere liberarsi di tutto ciò che si accumula, senza un vero senso, e di cambiare l‘ordine delle cose, con...

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